Trattandosi di un teatro verrebbe da dire semplicemente “Tanto rumore per nulla” con l’immortale Shakespeare.
Alla fine sulla vicenda dell’Inno di Mameli e del 2 giugno avevano ragione le lavoratrici ed i lavoratori della Fenice, le maestranze i professionisti ed artisti e le loro rappresentanze sindacali.
Non c’erano motivi politici, pretesti, richieste irragionevoli dei lavoratori: c’era solo da applicare il contratto e riconoscere un equo e dignitoso compenso ai lavoratori.
Invece anche questa volta il nostro glorioso Teatro la Fenice è finito nel tritacarne mediatico per colpa di una Direzione che invece di affrontare i problemi con le necessarie tempistiche che il confronto richiede, li crea e di una politica che li strumentalizza.
Auspichiamo che finalmente si ricostruiscano normali relazioni sindacali per valorizzare il patrimonio artistico e culturale che la Fenice rappresenta.
Le Segreterie Regionali Veneto
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL FIALS-CISAL
Nicola Atalmi Mauro Vianello Enrico De Giuli Marco Trentin